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Le indagini abusive di Marlòve, investigatore precario

copertina

Le indagini abusive di Marlòve, investigatore precario

Autore: Umberto Gandini
Pubblicato nel 2009
Pagine 288
ISBN 978-88-7371-488-0

 

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Il Libro

Un poliziotto in pensione, dopo essere rimasto per decenni seduto allo sportello dell’ufficio passaporti della questura di Bolzano, e non aver partecipato mai, ma proprio mai a un’indagine, si trova ora a svolgere dei “lavoretti”: piccole ricerche, minuti accertamenti. Lo chiamano Marlòve perché, da giovane, raccomandava ai colleghi di leggere Chandler, e quelli per prenderlo in giro gli hanno affibbiato il soprannome desunto dalla pronuncia italiana dell’inglese Marlowe.
I casi di cui si occupa, da “investigatore in nero” a 50 euro al giorno più le spese, sono da poco: un uomo scomparso, una moria di cani, un medico perseguitato da lettere piene d’insulti, e così via.

Rassegna stampa

“Chissà perché. Già: chissà perché ha atteso di essere «anzianotto» per regalarci quasi trecento pagine dolcissime ed umanissime, a dispetto del fatto che contengano otto racconti gialli. Forse perché è anzianotto il suo personaggio, quel Giovanni Ruvidotti che da adesso – il libro è fresco di stampa, lo pubblica l’editore Robin nella bella collana «I luoghi del delitto», costa 12 euro, straspesi bene: garantito – è l’eroe di carta che Bolzano ha sempre atteso e non aveva mai visto. Bontà sua, Umberto Gandini ha fatto questo regalo alla sua città. Sì, è lui l’autore di questo benedetto misfatto. È lui che firma «Le indagini abusive di Marlòve, investigatore precario». E coloro, come chi scrive, che hanno avuto la fortuna di lavorarci accanto, possono oggi dire con tranquillità che Umberto Gandini non è solo un signor giornalista (oggi in pensione, per chi non lo avesse capito), non è solo il critico teatrale che da decenni racconta ogni regista e ogni attore e ogni commedia in scena da queste parti, non è soltanto uno dei più conosciuti ed apprezzati traduttori dal tedesco all’italiano (più di cento tra romanzi, saggi e testi teatrali, roba che ci ha vinto anche il premio Grinzane Cavour). Macché. Oggi «l’anzianotto» – ci perdonerà Umberto per la definizione, ma un po’ siamo arrabbiati nello scoprire che chissà da quanto tempo portava in testa e nel cuore queste storie e le ha celate -, ci mostra un’altra parte di sé. Non solo. Giocoforza sarà costretto a tirarne fuori altre, di storie, perché uno si affeziona subito a questo investigatore sui generis, poliziotto in pensione che per arrotondare la pensione accetta lavoretti investigativi. In nero, da buon precario qual è. Bolzano vorrà subito bene a questo investigatore friulano che sta da una vita a Bolzano, scapolo (ma con passioni dichiarate per le donne, meglio se attempate e in carne) che non vuole legami fissi, che se ne sta ore e ore al bar della Doris, tra un decaffeinato e l’immancabile schedina del Totocalcio e che, soprattutto, è un grande osservatore di quel che gli passa davanti agli occhi. Ecco, se la letteratura gialla di qualità è soprattutto l’occasione per raccontare «altro» senza annoiare, Umberto Gandini si è subito ritagliato un ruolo di primo piano nel pur frequentato panorama italico del genere. […]”
Carlo Martinelli – Alto Adige

“Per la serie ‘I luoghi del delitto’ siamo a Bolzano, dove un ex poliziotto in pensione che ama Chandler indaga per passione. E in nero: cinquanta euro al giorno più le spese.”
Annalisa Usai – L’Almanacco dei libri – la Repubblica

“Proprio il capoluogo dell’Alto Adige con il suo fascino discreto ma palpabile, con la sua innegabile eleganza mitteleuropea, con il suo diffuso bilinguismo, costituisce un valore aggiunto di questa splendida antologia di racconti, un’ambientazione inconsueta ed originale ma di grande effetto.”
Igor De Amicis – Thriller Magazine