Skip to main content

Volevo solo un biglietto del tram

copertina

Volevo solo un biglietto del tram

Autore: Sarah Sajetti
Pubblicato nel 2008
Pagine 240
ISBN 978-88-7371-421-7
€ 9

 

Acquista il libro

Il Libro

Chiara è una giovane lesbica alle prese con mille improbabili lavori e altrettanti improbabili amori. Nel tentativo di esorcizzare la sfortuna decide di girare un film ispirato alle sue esilaranti disgrazie sentimentali, ma Silvia, l’attrice principale, viene trovata morta il giorno prima dell’inizio delle riprese.
Incidente oppure omicidio? Il caso viene affidato alla commissaria Alessandra Pastore che, facendosi presentare da Chiara come la sua nuova fiamma, si muove tra le sue amiche o ex fidanzate alla ricerca di una risposta.
Intreccio giallo, gag comiche, passione erotica e politica si alternano dando vita a un atipico romanzo di genere che nasce come un poliziesco ma si trasforma ben presto in un viaggio alla scoperta dei miti, riti e luoghi della vita lesbica milanese.

Disponibile anche in ebook

 

Presentazioni

Guarda la presentazione del libro alla Fiera Cartoomics 2008 a Milano. Sarah Sajetti dialoga con il disegnatore Luca Enoch.
Prima Parte

Seconda Parte

Terza Parte

Quarta Parte

 

Rassegna stampa

“Una regista gay, la sua attrice trovata morta, una commissaria che indaga: un intreccio nei riti e nei luoghi della vita lesbica milanese.”
Annalisa Usai – Almanacco dei Libri/la Repubblica

“[…] Mentre di tutt’altro genere è il primo ‘poliziesco lesbo’, firmato da Sarah Sajetti: _Volevo solo un biglietto del tram_ (Robin Edizioni) è un’indagine che dietro la sospetta impiccagione di una adolescente racconta tutta l’incomprensione di chi vive la propria omosessualità a Milano, ‘una città che è figlia del desiderio e della paura di chi è diverso’ “.
Gian Paolo Serino – la Repubblica

“Provate a scrivere un giallo che non sia un giallo in senso classico, un romanzo d’ambiente (la Milano lesbica) che non sia prigioniero degli stereotipi di un romanzo d’ambiente, un affresco generazionale che travalichi la generazione che racconta con il fardello dei suoi luoghi comuni ma anche i generi (sociali e culturali) in cui s’imbatte. E magari. come semplice spunto o per puro diletto letterario, provate a far camminare parallelamente alla storia principale un’altra storia, quella di un film che forse non si realizzerà mai, con brani di sceneggiatura, con tanto di didascalie e dialoghi. Insomma, l’impresa appare ardua, quantomeno d’esito incerto. Eppure con _Volevo solo un biglietto del tram_ (edizioni Robin, collana _I luoghi del delitto,_ 221 pagine, 9 euro) Sarah Sajetti c’è riuscita. E la lettura è scorrevole, curiosa, divertita, riflessiva senza tedio, ironico/cinica senza infingimenti, remore, ipocrisie.
Non un libro strettamente omo, pur essendo esclusivamente omosessuale l’universo in cui vive la protagonista Chiara, lesbica che tira a campare, senza troppa convinzione, fra correzione di bozze e redazione di articoli per i cui argomenti prova sussulti da minimo sindacale, e soprattutto con una vita sentimentale in _stand by_ ma in passato confusa, disordinata, un cuore in quinterni sparsi che il colpo di scena dei primo capitolo, sul cui mistero si impernia poi tutto il libro, provvederà casualmente a reimpaginare.
Nulla di letterariamente provocatorio, né un liso manifesto politico/ideologico (sì, d’accordo, c’è un refolo appena di club e di militanza nella descrizione della Milano lesbica, coi suoi ritrovi, i suoi amori ufficiali e i suoi amorazzi ufficiosi): la scrittura della Sajetti (peraltro ex direttore di _Babilonia)_ è chiara più del nome stesso della protagonista e si capisce subito che vuol solo intrattenere e che rifugge da qualsiasi propaganda o morale. Certo però che non può (e non vuole) nascondere dinamiche e complessità esistenziali ma anche felicità a corrente alternata del mondo gay (assai più note finora per quel che riguarda la sfera dell’omosessualità maschile, nonostante in queste ultime stagioni la fioritura della letteratura lesbica sia stata quasi prodigiosa): ma quando mette in campo – e in piazza – il bello e il brutto della cosiddetta diversità, la Sajetti lo fa senza recriminazione alcuna e senza eccesso d’orgoglio, con gioia scapigliata e appagata, quieta anche nella nostalgia e nel rimpianto.”
Salvatore Rizzo – Il Giornale di Sicilia

“[…] Sarah Sajetti, militante nelle associazioni che si battono per la difesa delle persone omosessuali, si rivolge con questo libro, in modo palese e insistito, agli eterosessuali per invitarli, con le armi dell’ironia e del sorriso, a scoprire la Milano lesbica ‘che cerca di nascondersi dagli occhi indiscreti di chi si teme non possa capirla’.
La chiave narrativa di _Volevo solo un biglietto del tram_ non è proprio originale. Sarà anche una generazione di aperitivodipendenti che bevono Negroni come fosse succo di frutta e dedita al consumo di droghe leggere e pesanti, ma Chiara e le sue compagne ci appaiono comunque sempre troppo sopra le righe. Vivono in uno stato d’ansia perenne che finisce per contraddire il bisogno di normalità sollecitato dall’autrice. Non a caso i risvolti di copertina contengono la mappa dei luoghi di ritrovo della Milano lesbica, quasi fosse un appello: venite tutti a trovarci, i nostri vizi e le nostre virtù sono quelle di qualunque essere umano.
Ciò nulla toglie al lodevole intento civile di Sarah Sajetti, ex direttrice di _Babilonia._ Comunque sia, le pagine che cercano di smontare i pregiudizi, ovunque si annidino, non possono che essere benvenute, anche da coloro che guardano all’omosessualità solo come un modo di esprimere la sessualità. E niente più.”
Giuseppe Ceretti – Il Sole 24 Ore.com

Dello stesso Autore:

- Storie di streghe e di delitti