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copertina

Viandanti e viaggiatori

Autore: AA.VV. (a cura di Lilli Monfregola)
Pubblicato nel 2008
Pagine 432
ISBN 978-88-7371-328-9

 

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Il Libro

Seconda raccolta di rarità editoriali che segue quella dedicata alle donne. Stavolta a essere protagonista è l’universo della letteratura di viaggio. I brani – sette per sette scrittori, filosofi e intellettuali che vissero tra il XVIII e gli inizi del XX secolo – sono gemme dedicate non solo ai veri appassionati, ma anche ai semplici curiosi che vogliano valicare i confini del proprio tempo esplorando o ritrovando luoghi perduti.
Gli autori che la curatrice del volume ci presenta, – facendoci da guida lungo le pagine, – non sono tutti dichiaratamente di viaggio. Al loro fianco se ne trovano alcuni semplicemente in viaggio. Ne scaturiscono cronache sagaci e impressioni erudite, presentate sotto forma di diario, che danno vita a un inedito viaggio mentale tipico dell’intellettuale all’apice della sua maturità e del suo successo.
A impreziosire ulteriormente questa edizione contribuisce la presenza di alcuni brani tratti da “The Paris Sketch Book” di W. M. Thackeray, tradotti per la prima volta nella nostra lingua.

INDICE:
Lazzaro Papi, Ritorno dall’India
Arthur Schopenauer, Taccuino 1822-1824-Viaggio in Italia
Bernard Berenson, Viaggio in Sicilia
August Strindberg, Dall’Italia
Herman Melville, La statuaria in Roma
W. M. Thackeray, Appunti parigini
Norman Douglas, Un giorno

A cura di Lilli Monfregola

 

Rassegna stampa

“Schopenhauer, Berenson, Strindberg, Melville, Douglas, e anche un inedito di Thackeray. Si intitola Viandanti e viaggiatori (a c. di L. Monfregola, Robin, 15 euro). Sono resoconti di viaggio. Molte le chicche: Strindberg si fa Roma in un giorno. Thacheray va su e giù per quartieri e chiese di Parigi a cercare dipinti e ne parla fino a che, dice, non gli finiscono i fogli. Melville, esperto di mostri, riflette sul Laocoonte. Schopenhauer, mentre sul suo taccuino scorrono paesi e città di tutta Europa, resta insensibile al velo di Maya che produce il mondo e continua a scrivere appunti su Hume, Spinoza e sul problema ontologico che aveva sollevato Kant. Berenson ormai ottantenne conosce troppo bene l’Italia per non risparmiarle nulla nel suo soggiorno siciliano, compreso il nostro appassionarci alla politica come se fosse teologia e non semplice governo pragmatico della cosa pubblica.”
Dario Olivero – Repubblica.it

“Sette brani per sette scrittori, filosofi e intellettuali vissuti tra il XVIII e il XIX secolo volti a esplorare la suggestiva esperienza del viaggio. Rarità editoriali assolutamente imperdibili per chi ha fatto di Bruce Chatwin il proprio incrollabile guru. Non solo autori di viaggio, come Lazzaro Papi o William Makepeace Thackeray (qui presente con brani tradotti per la prima volta in italiano), ma anche semplicemente autori in viaggio – Arthur Schopenhauer, Bernard Berenson, August Strindberg, Herman Melville, Norman Douglas – pronti a trasferire sulla carta la suggestione di una realtà che sapeva provocare ancora meraviglia. Punti di vista, giudizi, taglienti considerazioni di chi ha fatto dell’erranza letteraria la propria cifra distintiva.”
Il Sole 24 Ore.com

“[…] Queste e altre note di scrittori in viaggio fanno parte della preziosa raccolta di “scritti ritrovati” intitolata Viandanti e viaggiatori (Robin, pp. 421, € 15,00) e curata da Lilli Monfregola. […] Ma al di là dei luoghi e soprattutto delle specificità dei linguaggi, dei “generi” frequentati e dei tempi diversi in cui si muovono, cos’è che li accomuna in un’unica raccolta antologica? Risponde la curatrice. È “l’uniformità dei paesaggi che visitavano, ben diversi dal nostro attuale sfondo storico definito ormai come virtuale”.
Roberto Duiz – Alias

“ ‘Che la scrittura sia, di per sé, un periglioso viaggio tra i territori dell’anima – scrive la curatrice Lilli Monfregola nella Introduzione – non è ormai argomento di discussione. È assodato. E l’erranza letteraria oltre che rappresentare quel misterioso viaggio che si compie tra la nascita e la morte, sempre più frequentemente ha come oggetto del narrare il viaggio stesso ormai divenuto un vero e proprio fenomeno narrativo’.

Dall’India di Lazzaro Papi all’Italia di Schopenhauer, dalla Sicilia di Berenson all’Italia di Strindberg, dalla Roma di Melville alla Parigi di Thackeray.”
Wuz.it

“Si fa presto a dire grand tour. Ma le cronache di viaggio, come ricorda Lilli Monfregola nell’antologia Viandanti e viaggiatori (Robin, pagg. 421, euro 15), non sono legate solo alle pagine di Goethe e dei suoi coevi: «Cambia il tempo, e cambiano le suole, naturalmente. E come cambiano i mezzi, così esistono svariate metodologie di viaggio». Accanto ai classicissimi (Schopenahuer, Berenson, Melville ecc.), spazio dunque a testi rari o inediti, come nel caso degli Appunti parigini dell’autore di Barry Lyndon, William Makepeace Thackeray. Con commenti – annota la curatrice – «tutt’altro che positivi. Taglienti, e ancora molto attuali, raccontano una certa Italietta che oggi più che mai è radicata nei nostri costumi».”
Filippo Maria Battaglia – Il Giornale

“Tra il diciottesimo e il ventesimo secolo. Dall’India all’Italia, da Parigi alla Grecia. In viaggio con sette intellettuali, scrittori, filosofi: Lazzaro Papi, Arthur Schopenhauer, Bernard Berenson, August Strindberg, Herman Melville, William Thackeray, Norman Douglas. A cura di Lilli Monfregola.”
TTL – La Stampa

“[…] Con il suo grande amico Hawthorne, che era già stato a Roma e lo aveva riempito di indirizzi e precise indicazioni sulle cose da vedere, Melville condivide la passione predominante per la scultura. Proprio la somiglianza tra una statua dei Musei Capitolini e un individuo in carne ed ossa era stata l’idea centrale del romanzo d’ambiente romano di Hawthorne, quel Fauno di marmo che divenne una lettura d’obbligo per generazioni di turisti anglosassoni. E “La statuaria in Roma” è il titolo dell’unico frutto letterario che Melville ricavò dal suo soggiorno, una conferenza scritta al ritorno in America nella speranza (andata presto delusa) idi intraprendere una carriera di conferenziere itinerante, non insolita fra gli scrittori americani dell’epoca. […] Per Melville, l’infinito numero di statue presenti ovunque a Roma ‘in mezzo ai flussi e riflussi del censimento umano che rappresenta la vera e immortale popolazione’ della città. E questa intuizione poetica, degna di un De Chirico, è capace di dettargli pagine ispirate, a partire dal ricordo del primo ingresso a Roma […].”
Emanuele Trevi – la Repubblica

“Viaggiano tra il XVIII e il XX secolo gli autori delle pagine raccolte in questo libro. Sono sette e si chiamano Lazzaro Papi, Schopenhauer, Berenson, Strindberg, Melville, Thackeray e Norman Douglas. Uomini in viaggio, e ognuno viaggia in un luogo e in un modo diverso. Schopenhauer scrive aforismi in Italia, Thackeray volge lo sguardo ironico in Francia, Bernard Berenson prende appunti sulle cose artistiche della sicilia.
Viaggiare, insomma, non per correre ma per capire.”
Giampiero Cinque – Giornale di Sicilia