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copertina

L’ultimo viaggio

A cura di Ispano Roventi
Autore: Arthur e Isabelle Rimbaud
Pubblicato nel 2017
Pagine 176
ISBN 9788867409396
€ 15

 

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“Il mondo è molto grande e pieno di magnifiche contrade che l’esistenza di mille uomini non basterebbe a visitare. Ma, d’altra parte, non vorrei vagabondare nella miseria, vorrei avere qualche migliaio di franchi di rendita e poter passare l’anno in due o tre contrade differenti, vivendo modestamente e facendo qualche piccolo traffico per pagarmi le spese. Ma vivere sempre nello stesso luogo, lo troverò sempre molto triste. Insomma, la cosa più probabile, è che si va piuttosto dove non si vuole, e che si fa piuttosto ciò che non si vorrebbe fare, e che si vive e muore diversamente da quello che mai si vorrebbe, senza la speranza di alcun genere di compenso.” Arthur Rimbaud

“Che gioia lanciarsi, a capo scoperto, appena vestito, nelle vallate dalla lussureggiante vegetazione; scalare delle montagne inaccessibili! Che fierezza potersi dire: «Io solo sono potuto salire fin qui, nessun piede se non i miei hanno calpestato questo suolo finora inesplorato!». Che felicità, che delizia sentirsi liberi, di percorrere senza impedimenti, con il sole, con il vento, con la pioggia, i monti, le valli, boschi, fiumi, deserti e mari!… O piedi viaggiatori, ritroverò le vostre impronte nella sabbia o sulla pietra?…” Isabelle Rimbaud

Le lettere di Arthur Rimbaud disegnano la mappa dei viaggi dell’ultimo decennio di vita del poeta nelle inospitali terre d’Arabia e d’Africa bagnate dal Mar Rosso, raccontano la sua vera “stagione all’inferno”. Lasciata la Francia per una promettente attività commerciale per quanto esposta ai fallimenti, questo “negoziante” (così Rimbaud diceva di sé), che misteriosamente aveva scelto il silenzio dopo una dissoluta giovinezza marcata da una folgorante produzione poetica, andrà incontro a uno straziante destino. Sfuggito ai pericoli che sempre minacciarono gli europei inoltratisi in territori spesso ignoti e ostili, l’infaticabile camminatore che fu Rimbaud sarà colpito da una grave malattia a una gamba. Tornato in Francia, a nulla valse l’amputazione dell’arto. Il dolore che nessun medicinale riuscì a lenire ci mostra un Rimbaud che fa dimenticare l’arrogante giovane poeta delle notti parigine. Gli scritti della sorella Isabelle sono l’accorata testimonianza dell’ultimo viaggio di questo enigmatico personaggio. L’immagine dell’avventuriero è frantumata dalle lettere di Arthur e dal racconto della sorella. Per ricostruire il volto autentico di un uomo che proprio con la disperazione dei suoi ultimi giorni mostra i limiti umani del suo mito. Anche per questo la vita di Rimbaud non cesserà di affascinarci.