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Amori velati & svelati

copertina

Amori velati & svelati

Note e postille
Autore: Fausto Pellecchia
Pubblicato nel 2019
Pagine 268
ISBN 9788872745137
€ 18

 

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Il Libro

«La filosofia non potrebbe attestarsi come inesauribile amore del sapere senza costituirsi, al tempo stesso, come sapere dell’amore, nel senso però di un genitivo soggettivo che non riesce mai a venire a capo di sé come genitivo oggettivo. In altri termini, l’amore in cui abita la filosofia sarebbe nient’altro che un pensiero che ama o l’amore stesso in quanto pensa e si pensa, senza mai riuscire a raggiungersi come un sapere d’amore (che resta piuttosto riservato alla poesia e alla letteratura). Di qui l’apparente vacuità dell’avvertenza “Amicus Plato, sed magis amica veritas”, la cui formulazione originaria “amicus Socrates, sed magis amica veritas” è attribuita da Ammonio a Platone, nella sua Vita di Aristotele».

I saggi che qui si presentano, pur nella loro apparente disomogeneità, sono tuttavia attraversati e raccolti dalla rete delle tre variabili principali della passione amorosa nei suoi molteplici accoppiamenti. I greci distinguevano, infatti, tre volti o figure dell’Amore: Eros, Agape e Philia.
Eros (έρως) definisce l’amore sensuale: figlio di Povertà e Acquisto, secondo la concezione platonica, è l’amore come desiderio egotico del mutuo scambio, come inesauribile brama di possesso per compensare ciò di cui si patisce la mancanza. Philia (φιλία) è l’Amore di affetto, che si stabilisce in un rapporto di complice amicizia, di affiatamento e di comunità di intenti, fondato sulla naturale inclinazione sentimentale verso chi o verso la cosa che ci si mostra congeniale. Agape (αγάπη) è amore spirituale, incondizionato, anche non ricambiato, spesso con riferimenti religiosi in quanto eleva l’uomo e lo fa accedere alla sfera del divino.
Anche nel greco antico, tuttavia, non è possibile tenere separati i vari sensi dell’Amore e così troviamo agape talvolta con lo stesso significato di eros, e il verbo agapao con lo stesso significato di phileo. Di qui, l’idea che le varianti lessicali siano piuttosto le ri-velazioni – cioè, i veli dietro i quali traspare l’unità originaria – di una medesima radice semantica che la filo-sofia ha il compito di svelare.