A cura di Renzo Oliva
I testi che compongono questo volume, approssimativamente in ordine cronologico di pubblicazione, apparvero tra il 1901 e il 1908, “anni terribili” della storia russa, segnati dalla sconfitta nella guerra russo-giapponese, dalla fallita rivoluzione del 1905 e dalle sanguinose repressioni che la seguirono. L’inizio del Novecento, ovvero “il congiungimento dei secoli”, avveniva in un’atmosfera brumosa, apocalittica, in cui si profetava l’imminente apparizione dell’Anticristo, e si udiva sempre più distintamente il rombo di catastrofi incombenti. Tutto ciò trovò espressione nella letteratura del “secolo d’argento” (così definito in opposizione al precedente “secolo aureo”, quello dei Turgenev, Tolstoj, Dostoevskij). Un periodo letterario che, se non raggiunse le vette, o le profondità, di quest’ultimo, fu caratterizzato da una grande varietà di accenti: in essi si possono cogliere note tardo-romantiche, naturaliste, mistiche, simboliste, e influssi stranieri, tra tutti quelli di Schopenhauer, Nietzsche e Freud. Una letteratura – i cui esponenti cercavano sensazioni nuove nelle droghe, in torri eburnee, in unioni matrimoniali spregiudicate, in pratiche religiose astruse – che affrontava argomenti fino ad allora tabù, come il suicidio, il sesso, le nevrosi.