Una corte adagiata nella pianura veneta nei pressi di Montagnana (PD), 1896. Da poco è crollato il governo Crispi, quando il nonno Pietro, capostipite di una nutrita discendenza, esce sotto una pioggia torrenziale a chiedere la mano alla vedova Catina. Si è accorto di aver sprecato un’intera vita pensando solo al patrimonio e ora, giunto all’età di novant’anni, è fermamente deciso a iniziarne una nuova. Così si mette in moto il romanzo che, dopo aver visto uscire di scena il nonno, prosegue con le vicissitudini del nipote Giovanni, mite e fatalista conduttore agricolo, e della moglie Malia, caritatevole e un po’ eretica. È sempre la corte a fare da sfondo agli amori, ai litigi, alle tragedie a volte tragicomiche e alle peripezie dei tre figli di Giovanni: l’incauto Cesare, l’insopportabile Garda e la bellissima Maria, soprannominata la Spumante, vera protagonista del romanzo. Tra le sue barchesse, l’aia e le schiere di polli lasciati in assoluta libertà, si sviluppa infatti la grande storia d’amore di Maria e Alberto, ma all’interno delle sue mura entra prepotentemente anche la Storia tumultuosa del Novecento. Romanzo corale, saga famigliare e nello stesso tempo storia d’amore e Storia di un intero secolo raccontata con la leggerezza di una fiaba e l’ironia di chi appartiene ormai a un’altra realtà.