Il ‘vecchio di Samo’, che dà il titolo al romanzo, è l’appellativo, tra il simpatico e l’ammirato, con cui Giovanni, il protagonista, si riferisce a Pitagora e alla sua dottrina della metempsicosi, nella convinzione che essa possa contenere un fondo di verità.
In questa seconda parte, il ritrovamento casuale di un vecchio foglietto, su cui è riportato uno sbiadito numero di telefono, induce Giovanni, mosso da un impulso immediato, che non sa spiegarsi e neppure valutare in modo lucido e razionale, a voler rivedere un’ex compagna di università, incontrata, per un caso fortuito, alcuni mesi prima.
Del tutto ignaro che quell’incontro è destinato a mutare radicalmente il corso delle loro vite.