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copertina

Doppie identità

I più famosi impostori della storia
Autore: Bram Stoker
Pubblicato nel 2009
Pagine 312
ISBN 978-88-7371-522-1
€ 15
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Il Libro

Seconda edizione
Bram Stoker è per tutti l’autore di Dracula, il romanzo che ne ha eternato la fama come scrittore del terrore sebbene nasconda una miniera di altri interessantissimi contenuti letterari. Con la pubblicazione di Doppie identità, finora inedito in Italia, viene alla luce l’intrigante tema – correlato a quelli della metamorfosi, del macabro e delle zone oscure della coscienza – del doppio e dell’arte dell’inganno a scapito di una vittima inconsapevole.
In questo saggio il lettore può trovare tuttavia molto di più: si analizza l’arte dell’impostura nella Storia e le diverse forme in cui è stata praticata. Ne scaturisce una gustosa rassegna di uomini e donne, spesso famosi e “insospettabili”, che nel corso dei secoli si sono nascosti sotto mentite spoglie per volontà o per caso, quasi sempre al fine di ottenere un personale, meschino tornaconto. Fino alla straordinaria rivelazione che la regina Elisabetta I, forse, era di sesso maschile.

A cura di Lilli Monfregola

 

Rassegna stampa

“Nel 1910 Bram Stoker, il padre di Dracula, scrisse ritratti di grandi truffatori che ora escono in Italia. Indagò anche sul ‘ragazzo di Bisley’: uno scambio di persone che portò sul trono d’Inghilterra un uomo che il mondo conobbe come la più grande delle regine.”
la Repubblica

“Da regina a re. Secondo un libro scritto dall’autore di Dracula, pubblicato per la prima volta in Italia, la regina d’Inghilterra sarebbe stata, in realtà, un uomo […] La teoria dello scambio di bambini trova riscontro in alcuni elementi quantomeno particolari. Innanzitutto Elisabetta diventò completamente calva in giovane età oltre a truccarsi sempre molto pesantemente. Poi, la regina volle come addetta alla sua vestizione una sola persona: la sua governante di Bisley. Infine, Elisabetta che, fatto decisamente insolito per l’epoca, non si sposò mai, lasciò esplicite istruzioni affinché dopo la sua morte nessuno vedesse il suo corpo. […]”
Diletta Monti – Diva e donna

“Creatore del conte Dracula, prototipo di quel vampiro prestatosi a innumerevoli reincarnazioni letterarie e cinematografiche tanto da apparire persino in versione transessuale, Bram Stoker era romanticamente attratto dai travestimenti criminali e dall’arte del raggiro. Il suo gusto del tenebroso, spingendosi fino a rivelare una segreta impazienza nei confronti del vero e del reale, trabocca nelle pagine di Doppie identità. rassegna un po’ baracconista dei «più famosi impostori della storia» (Traduzione di P. F. Paolini e Prefazione di Lilli Monfregola). La menzogna qui trova esemplificazione nelle gesta di chiaroveggenti, streghe, guaritori, avventurieri e travestiti d’ambo i sessi. Nel capitolo più sorprendente Stoker giunge a accreditare le argomentazioni di quanti hanno sostenuto che Elisabetta I, la grande sovrana, fosse un uomo in abiti femminili. Spesso, come nel profilo di Cagliostro trattato da «imbroglione proteiforme», sensazionalismo e colore romanzesco oscurano l’attendibilità storica.”
Antonio Debenedetti – Corriere della sera

“[…] Doppie identità, che esce per la prima volta in Italia, è uno studio scritto come se fosse un romanzo (l’epopea della malvagità intelligente, della creatività ‘sotto mentite spoglie’) che getta luce su pratiche occulte che hanno consegnato alle prigioni e ai carnefici centinaia di illusi e di mistificatori. […]”
Renzo S. Crivelli – Il Sole 24Ore

“L’autore di Dracula si cimenta in questo libro con l’intrigante tema del doppio e dell’arte dell’inganno […].”
L’Unità

“[…] Ma la parte meglio riuscita e maggiormente ricca di fascino del volume è quella che lo scrittore dedica ai negromanti e ai praticanti della magia bianca o nera in epoca rinascimentale, a partire da John Dee, il medico al quale William Shakespeare si ispirò per dar vita al personaggio di Prospero nella Tempesta, che spese gli ultimi anni di una lunga esistenza alla ricerca della pietra filosofale e dell’elisir di lunga vita e cercò di vendere le sue “scoperte” a molti regnanti d’Europa. […] Il libro di Stoker, a dispetto dell’apparente ‘scientificità’ mostrata dall’autore, sembra in gran parte opera di fantasia, un romanzo travestito da saggio. E ha dunque ragione Lilli Monfregola quando, nella prefazione, osserva che il maggiore pregio del volume risiede nella sua forma, in quella tecnica letteraria di cui Stoker fu indiscusso maestro e che lo portava a intrecciare in ogni sua opera (in particolare in Dracula) aspettativa, tensione e mistero. Elementi tipici della fiction di ogni tempo, indispensabili secondo la curatrice perché la sospensione dell’incredulità renda possibili gli imbrogli e avvinghi i lettori alle vicende narrate dallo scrittore.”
Roberto Bertinetti – Il Messaggero