Gianni Caria La badante di Bucarest
|
![]() |
Maria, ex insegnante licenziata per esubero con due figli adolescenti, è costretta a lasciare un’Italia che, a seguito del tracollo economico, si trova ora nelle stesse condizioni dei paesi dell’est. Va a Bucarest per lavorare come badante, in una casa borghese di nuovi ricchi: deve assistere un anziano bloccato a letto. Un po’ alla volta tra i due si instaura un rapporto particolare.
La badante di Bucarest è una storia di riposizionamento sociale e psicologico, in cui la protagonista riflette sugli inganni culturali della società, sulla colpa, sul rapporto con il marito e i figli, sul nuovo classismo o razzismo dei romeni, dove non mancano situazioni e pensieri intrisi di amara ironia.
Gianni Caria
“Via il lavoro, via le illusioni d’amore giovanili. Perduto l’amore, perché tenere insieme una famiglia? La soluzione non è univoca, né scontata ed è anche questo che rende interessante La badante di Bucarest.”
Rossella Dettori – Indigo Mag
Leggi tutta la recensione
è un libro molto bello,l’ho letto prendendolo in biblioteca, poi l’ho cercato nelle librerie per regalarlo, ma a roma non l’ho trovato. peccato, avrei voluto farlo leggere a tante persone che hanno pregiudizi inutili e dannosi
lilia · 27 dicembre 12
Davvero una grande e bella sorpresa, un bellissimo ed intrigante esercizio di introspezione mescolato ad acute analisi che si intrecciano apparentemente in modo isterico, frammentato e bizzarro, quindi seguendo in verità i percorsi liberi della nostra logica e della nostra immaginazione.
Uno scoprire continuo e appassionante dei fermenti dell’anima che contaminano vari livelli: intimo e strettamente individuale, ma che insieme è anche familiare, nostro microcosmo di affetti e relazioni, e infine sociale per quelle dinamiche che si subiscono o accolgono come la pioggia che cade, senza poterne cambiare né forza né direzione, e ci si adatta a quasi tutto…
Personaggi completi e presenti sempre, a guardare lo srotolarsi della storia personale, familiare, sociale, di noi stessi e della nostra condizione attuale.
Complimenti
antonio · 29 luglio 13