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Il signor F. è morto in treno

copertina

Il signor F. è morto in treno

e altri racconti
Autore: Maria Greco
Pubblicato nel 2017
Pagine 112
ISBN 9788867409914

 

Archivio

 

 

Il Libro

“Un giorno il signor M., rientrando a casa, si avvicinò allo specchio e notò, con grandissima sorpresa, che la sua immagine era scomparsa…
Ieri ho visto una donna tale e quale a me.
Aveva gli stessi occhi, gli stessi capelli, lo stesso corpo, ed era vestita esattamente come me…”

Se uno non è

Cos’è un uomo morto, nel quarto vagone al posto 33? Non ho detto chi è (come sarebbe rispettoso) ma cos’è. Quel morto per caso, che sembra solo addormentato, si insinua fra i passeggeri come un ingombro, ottuso anzi molesto. Nessuna pietà, o curiosità, per la sua vita bruscamente rotta, solo fastidio o morbosità da gossip.
E le scarpe del senatore disonesto, invece, chi sono? Perché continuano a saltare e bighellonare per casa, ribelli, rifiutando ostinate i piedi del padrone, e la loro stessa funzione di cose? Cosa vogliono dire, forse disgusto e noia?
E poi c’è lo specchio che non riflette più il volto del signor M., a ricordargli (forse) che ha perso la sua “identità”, e del resto pure la sua ombra si è dissociata dal titolare.

L’umorismo è il sentimento del contrario, diceva Pirandello, e la sua ombra (ancora un’altra) aleggia sorniona su queste pagine visionarie. Ama infatti mischiare le carte e le prospettive, Maria Greco, e sovvertire i piani non solo di umani e cose ma anche dell’Olimpo, e in questo gioco irriverente, di penna colta e leggera, tra climi surrealisti e amorosa cura del dettaglio, ti sembra pure di incontrare Cechov, Gogol, Bontempelli.

È così, per innocenza o spregiudicatezza, e sabotaggio delle cose, che i personaggi di questi racconti inciampano nel mondo, cercando se stessi o fingendosi al meglio, mettendo in scena una microsocietà del cinismo o dell’idiozia, della nevrosi e del luogo comune, del sogno imperfetto. Insomma del tic fascinoso del vivere.

Elvira Seminara

Rassegna stampa

“È così, per innocenza o spregiudicatezza, e sabotaggio delle cose, che i personaggi di questi racconti inciampano nel mondo, cercando se stessi o fingendosi al meglio, mettendo in scena una microsocietà del cinismo o dell’idiozia, della nevrosi e del luogo comune, del sogno imperfetto. Insomma del tic fascinoso del vivere.”
Letto, riletto e recensito!
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“… un libro che non è banale e che potrebbe esser adottato dalle scuole perché sicuramente i giovani ne potrebbero trarre grande vantaggio.”
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Gaspare Agnello

“Maria Greco sa suscitare, attraverso stili brillanti e colta scrittura, uno sguardo nuovo sui comportamenti umani: un’ironia così determinata che sembra spietata e che tuttavia lascia scorrere sotterranea una vena di allegria.”
Nazione Indiana
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Ascolta su RadioLibri.it il podcast della puntata della rubrica ‘Il Libro di Oggi’

“La Greco traccia minuziosamente ogni particolare: la forma del viso, la lunghezza del naso, la curva della bocca. Ogni elemento disegna una maschera e, dietro la maschera, una psiche e un’anima. Proprio come accade in teatro.”
Lankenauta
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Dal racconto “Ravanello”. Lettura di Lucio Arcidiacono

“Ci troviamo di fonte ad un libro inusuale, per lo meno inusuale rispetto a quelli – senza nulla togliere – in cui di norma ci imbattiamo; una raccolta di racconti, sono sette, in cui umorismo e surrealismo, ironia e sarcasmo sono la forma di trame inedite, inusuali anch’esse.”
Il Contemporaneo
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“La vita è fatta anche di minuzie, naturalmente. Tuttavia in qualche caso le minuzie ci rendono ciechi di fronte alle enormità. La morte è una di queste: ci sta davanti, ci osserva divertita nel nostro quotidiano annaspare, ma noi non riusciamo a vederla, notiamo invece che un certo signor F. ha occupato indebitamente il nostro posto sul treno… e ne siamo contrariati.”
Letteratitudine
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