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Frank Spada

Marlowe ti amo

Una storia in sette giorni

pagine 168
euro 12,50
genere: Gialli | Noir | Narrativa italiana
pubblicato: 2010
ISBN 978-88-7371-560-3


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Il libro

“Mi chiedo come si fa a distinguere la verità quando guardi le cose con gli occhi deboli del tuo doppio.”

California, anni Cinquanta: una ragazza fuggita da casa, allo sbando tra i night club e il ricordo del padre morto in un incidente aereo. La matrigna, occhi di smeraldo, è in pena per trovarla. Un incarico apparentemente semplice per un detective come Marlowe, se non fosse per il suo doppio, il compare che lo tiene costantemente in bilico tra l’osservazione di un entomologo e il raccontarsela da solo. Un Cessna schiantato in circostanze misteriose e un’eredità da capogiro lo spingono a incontrare un uomo in carrozzella. E gli incarichi diventano due, riferiti alla stessa persona.
Tra un pranzo da Minnie’s, una visita a Mà, troppi liquori e sigarette fumate in conversazioni immaginarie con Pà, Marlowe percorre le strade di Bel Air e gli altopiani di San Ferdinando a bordo della sua Olds, cercando di allargare il panorama con l’aiuto di una lente, per comporre le scene di una storia che sembra più grande di quel che gli vogliono far credere. Finirà per oltrepassare i confini segnati per lui, in un universo popolato da figure ambigue che neppure un terremoto potrà scuotere. La colonna sonora è il jazz della West Coast e il regista uno che si scrive i copioni da solo.

Il primo romanzo di Frank Spada è un omaggio originale alle atmosfere di Chandler, tra un assolo di Art Pepper, Shorty Rogers e i suoi Giant’s e uno struggente Bobby Hackett che gira in un juke-box.

Disponibile anche in ebook

Frank Spada

 

Concorso fotografico

“Interpretando Frank Spada – Letteratura, musica, fotografie e assenze” ispirate dal libro Marlowe ti amo.
Ecco le foto che hanno concorso:
http://pinterest.com/frankspada/

 

Rassegna stampa

“Bello, dovrebbero farci un film.”
cassandratraverso – Massicci Inestetismi
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Cristina Orlandi su Officine Worth recensisce i primi 3 romanzi della serie di Frank Spada, in attesa dei prossimi.
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“Resta da precisare che se l’ investigator è senz’altro Marlowe (colui che esercita il quaerere), il sistema delle reti è qui allestito dall’autore stesso, cioè da Frank Spada (vero indagator). Le maglie del suo italiano sono così serrate e ficcanti da sembrare più un tipico assolo Be Bop di Charlie Parker, che uno dei personaggi mitologici dell’era swing, o ruotanti intorno alle altrettanto mitiche big band, musicisti da lui citati come intercalare nel corso delle fluenti pagine. E si resta intrigati, strettamente invischiati, nell’ordito di questo scrittore: una composizione sinfonicamente orchestrata nei suoi sillogismi più jazzy, un qualcosa di perfettamente organizzato, degno del miglior Stan Kenton.”
Gaetano Celestre – Post Scriptum
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“Certamente è una storia simpatica che si legge in poco tempo, ma a impreziosire il libro rendendolo veramente bello è lo stile con cui è stato scritto e la geniale ed impeccabile costruzione del personaggio. Raccontato con tempi verbali al presente, rappresenta anche un esperimento di scrittura perfettamente riuscito e coinvolgente.”
Fabrizio Santuccio – Scaffali Virtuali
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“Quello che affascina – l’avrete capito – è l’ambientazione, curata e sentimentale nel senso più lato del termine, e la caratterizzazione dei personaggi. In particolare lo stesso Marlowe, che me lo son figurato come singolare combinazione tra un Dick Tracy californiano e uno spalatore di nuvole à la Vargas.”
Aurora Alicino – Message in a Book
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“Sta in fondo proprio qui la forza di Marlowe ti amo: nel linguaggio asciutto e diretto del protagonista, nel suo occhio descrittivo che ci fa toccare la realtà con mano e ci immerge nella sua psiche, soprattutto quando è alle prese con il suo doppio o si getta in voli psico-onirici quando ricorda il padre morto, quasi a richiamare personaggi del calibro di Zeno Cosini o Leopold Bloom.”
Lorenzo Strisciullo – Mangialibri
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“All’inizio non ci si fa caso: si comincia a leggere Marlowe ti amo tutto d’un fiato, come è giusto che avvenga per un buon giallo, che cattura, avvince, spinge a divorare le pagine per raggiungere il finale. Ma via via che i capitoli scorrono, diviene chiaro che non si tratta di un semplice romanzo giallo. Anzi forse il genere è solo un pretesto per dire altro.”
Scrignoletterario.it

“Mentre ti lasci incantare da una scrittura elegante e senza sbavature che gioca col lettore attraverso pirotecniche metafore, capisci che l’essenza di questo libro è tutta nel titolo, perché Marlowe ti amo si presenta come un giallo ma in realtà è una dichiarazione d’amore: alla letteratura, a Raymond Chandler, a Joseph Conrad, al jazz e alla vita, bella o brutta che sia.”
Carla Casazza – Lib(e)rolibro.it

“Un intreccio scaturito dalla penna dell’autore quasi per magia, come se il personaggio stesso del romanzo avesse guidato la mano di Frank Spada per far rivivere l’omonimo eroe di Raymond Chandler a cinquant’anni dalla morte del celebre scrittore americano.”
LaLetterarubata.com

“Un giallo molto movimentato che è un omaggio originale alle atmosfere create dal grande scrittore Raymond Chandler.”
Pino Cottogni – SherlockMagazine.it

“Frank Spada fa rivivere l’omonimo eroe di Raymond Chandler a cinquant’anni dalla morte del suo inventore.”
Nadia Turriziani – Tragliscaffali.periodicoitaliano.info

“Frank Spada, pseudonimo, è nato a Udine. Dopo avere dato vita al suo detective Marlowe, ormai conquistato dalla scrittura, ha continuato a narrare storie. Suoi racconti sono stati selezionati in concorsi e premi letterari, e sono pubblicati in varie antologie e online.”
Dillinger.it

“Un noir intrigante che conquista per la sua trama essenziale quanto ben congegnata, ma il cui maggior punto di forza è rintracciabile nelle ottime capacità narrative dell’autore.”
Miriam Mastrovito – Strepitesti
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“Ci sono epoche e luoghi che si appiccano alla perfezione a determinati generi letterari. Uno di questi nasce all’interno di bar in cui una luce soffusa, appesantita dal fumo azzurrognolo delle molte sigarette accese dai clienti, si accompagna alle note della musica jazz e ai bicchieri pieni di whisky appoggiati al bancone. Atmosfere da film in bianco e nero in cui ogni personaggio può essere in grado di compiere qualsiasi azione, indipendentemente dal ruolo che ricopre.”
Gianluca De Salve – Linsolito.net

“L’ottimo Frank Spada riesce a rendere appieno quei luoghi e quelle sensazioni, non ci troviamo di fronte a vecchi clichè stancamente riproposti, ma quelle strade buie e malfamate, quei locali equivoci, quelle donne pericolose nelle pagine di Spada tornano a vivere, freschi e naturali, duri e cinici come nella cruda realtà di quegli anni mitici. Il tutto grazie a una scrittura evocativa e ben calibrata, che priva di sbavature si mantiene sempre nel solco del più puro dei noir.”
Igor De Amicis – Thriller Magazine

“Marlowe piace proprio a tutti: piace alle donne, verso cui è scanzonato ma pieno di attenzioni, ad iniziare dalla madre e le sue amiche (‘le vedovelle in fiore’); piace agli uomini, cui ispira fiducia e rispetto per il modo di fare, pronto anche a mentire per una buona causa ma […] stando attento a non ferire l’anima dei proprietari […]; piace ai ragazzi, perché si dimostra un eroe che, senza violenza e senza troppo clamore, raggiunge gli obiettivi che si è prefissato.”
Maria Guidi – Libri e recensioni.com

“Frank Spada non è solo uno scrittore è un coreografo, un Miles Davis della parola e quello che ci consegna non è solo un romanzo giallo. Quello è solo il sottofondo, il giro armonico. Le improvvisazioni sono tutte nella figura descrittiva e psicologica di un detective alla Bogart. Sette giorni. Sette note. Da leggere tutte di un sorso, come un buon Jack invecchiato 12 anni, attenti a non bagnarsi il ricciolo, perchè si sa, che quando il trombettista ha suonato l’ultimo pezzo e il pubblico si spella le mani chiedendo il bis..è lui, che nel vetro appannato dal vapore lascia un ‘ti amo’ a se stesso, il meno contento di tutti.”
Daniela Contini – Corpifreddi.blogspot.com

“Un romanzo che finge di appartenere alla letteratura di genere, ma che è anche un intenso romanzo psicologico, con un Marlowe inedito: un uomo solo e non più tanto giovane, dalla battuta facile e dal cuore tenebroso.”
Carlo Martinelli – Trentino

“I clichè ci sono tutti: l’affascinante e misteriosa giovane vedova, gli sbirri, l’ufficio spoglio, la 45, lo scotch con ghiaccio, l’omicidio, il cappello Borsalino e il trench, una ragazza scomparsa, la California anni ’50, il jazz, le tavole calde, la Oldsmobile, i telefoni e soprattutto il protagonista, Marlowe, il duro dal cuore tenero.”
Valentina Viviani – Il Friuli

“Il suo romanzo d’esordio, dopo ripetuti successi anche in concorsi con racconti brevi e un’incursione in internet, sempre sotto pseudonimo, è un evidente omaggio alle atmosfere del grande giallo americano d’azione, ma è più un romanzo a sfondo psicologico sugli anni della vecchiaia dell’investigatore immortalato da Robert Mitchum. Un tentativo che ha colto
l’apprezzamento di un critico letterario del tutto libero e disinteressato come può essere un docente austriaco all’università di Milano, il professor Franz Haas.”
M. T. M. – Il Messaggero Veneto


Il vostro parere   » 12 «

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Ho letto “Marlowe ti amo – una storia in sette giorni” in poco più di quattro ore, in un pomeriggio freddo, al caldo di un piumone nella realtà ma nell’illusione di essere a bordo della “puledrina” con Marlowe, a seguirlo, ascoltarlo, condividere la sua storia che non è solo quella che l’autore ci racconta con le parole, nere sul bianco della carta. E’ ben altro.
La vicenda, intrigante quanto un giallo ma senza sangue e morti ammazzati come nei gialli, è solo il pretesto per narrare una verità nascosta. Che è di Marlowe, del suo doppio, del suo autore.
La scrittura, come giustamente si dice in prefazione, è un tango, seppure sulle note di puro e meraviglioso jazz. Come può essere? Basta leggere questo romanzo per capire che Frank Spada è un ottimo musicista e il suo strumento è, in realtà, una penna.

nadia · 25 gennaio 10

Arrivata all’ultima pagina di Marlowe ti amo, alle parole conclusive, mi
chiedo quale sia il segreto che rende così straordinario questo libro.
Forse la risposta che meglio appaga la mia personale curiosità è che si
tratta di un libro ambiguo. Etimologicamente ambiguo viene da amb e
agere, che si può mettere sui due piatti della bilancia, e dunque che si
presta a varie interpretazioni. Il suo contrario è netto, dal latino
nitidus, che brilla. Chiaro, schietto: in senso figurato esplicito,
privo di ambiguità. Il Marlowe di Frank Spada si muove in un mondo
reale, quello della West Coast, dove le strade, come Sausolito Road,
hanno un nome, incrociano ponti come il Wild Corner Bridge, s’inerpicano
in tornanti verso Sunnyhotline. Sappiamo dalle prime righe che c’è “aria
calda dal mare e folate grigie nel cielo”, la radio gracida, poi
trasmette “ Stan Keaton e i brividi dei “No press” di Maynard Ferguson;
la macchina di Marlowe, l’amata Olds che lui chiama “la puledrina”
affronta tornanti e vento polveroso per fermarsi al 1517 di Longsdale
Road, un palazzetto dove, in un salotto lussuoso, l’aspetta una donna
avvolta in una vestaglia di seta, che nulla nasconde, anzi esalta la
femminilità proporompente della proprietaria, che certo avrà lo stesso
profumo conturbante e carnale dei cespugli di tuberose al cancello, o
forse di gardenia ( come non pensare alle note di Blue gardenia, visto
che tutto il libro è comunque sorretto per così dire da una favolosa e
sofisticata colonna sonora? )
E all’improvviso tutto mi è chiaro, perché mi viene in mente Edward
Hopper e i suoi quadri che raffigurano l’America, un’America di motels
ed autostrade, di pompe di benzina e di strade di provincia, tutto così
vero, così realistico da produrre viceversa un effetto di straniamento,
quasi che la realtà così ossessivamente e iperrealisticamente ritratta
non fosse che il riflesso delle cose, la cui natura misteriosa e
sfuggente si dissocia dalla forma che la contiene per rivelarsi in un
altrove che è sempre oltre, in un luogo metafisico e irreale. Un luogo
incerto, dove tutto è possibile. Così mentre Marlowe guida, possiamo
immaginare il calore che sale dall’asfalto, quando a tratti il vento si
placa, e tutto trema e si sfoca nel riflesso della calura. Nulla è
certo, dunque, nonostante la scrittura veloce e nervosa come una
partitura di jazz, con qualche assolo fantastico, ed un ritmo scandito,
incalzante, che si stempera in improvvise nostalgie, s’impenna in
inaspettate durezze che sfiorano il cinismo, riscattato però da una
misura, un senso dell’umorismo, un’ironia straordinari. Frank Spada sa
scrivere, e giocare con le parole. Se dovessi azzardare un altro
paragone, mi verrebbero in mente Escher con i suoi quadri fantastici,
dove il gusto del paradosso si sposa ad un senso della musicalità delle
immagini raro, e non sembri azzardata la definizione, perché tra le note
musicale e la matematica c’è un rapporto molto stretto.
Mi è già accaduto di definire la scrittura di Frank caleidoscopica, in
grado di fammentare e ricomporre continuamente la realtà in prospettive
sempre diverse, con qualche flash improvviso nel surreale: “Due vite
concentriche su uno sgabello con perno senza fine, passaggio di consegne
in corso”. Un’immagine come questa vi spiazza come la visione di un
animale fantastico che vi attraversa la strada, e subito invece capite
che non è a effetto, ma vera, profonda, perfettamente attinente col
reale che sembra squarciare. Su tutto, lo sguardo disincantato di
Marlowe, quest’uomo certo colto nell’istante in cui si è ancora giovani
e già non lo si è più, ed è difficile nutrire un tale disincanto, una
visione così tutto sommato disperata della vita senza tuttavia essere
cinici, perché nonostante tutto Marlowe non lo è. Conserva un’indulgente
tenerezza per la madre, una signora stravagante almeno quanto il figlio,
con la quale intreccia improbabili dialoghi, proprio come accade nella
realtà, dove spesso tra genitori e figli si parla in apparenza del
quotidiano, ma si discute di altro. Così il libro, avvincente per la
storia, benissimo raccontata, sorprendente per le atmosfere, la
scrittura, le sorprese che riserva al lettore, nei fatti è un pretesto
per parlare di altro; della difficoltà di mantenersi coerenti in un
mondo dove, come nel Paese delle meraviglie, tutto si trasforma
continuamente, e quanto più si descrive minuziosamente la realtà, più
essa sfuma in una ambiguità inquietante. Ma Marlowe non ha mai agito
contro le regole, e non vuole muoversi nel torbido: nell’incertezza che
lo circonda, che circonda tutti noi, vuole conservare la sua unità, (
nonostante abbia un “compare”, altro segno di doppiezza, ma chi sia
questo compare lo lascerò alla curiosità del lettore ) direi la sua
integrità, e in qualche modo ci riesce, forse grazie anche all’aiuto di
un Pa’ ben vivo nella sua mente, e col quale continua a dialogare: ci
sono brevi istanti di tregua, momenti passati in un bar qualsiasi
lasciando che “la vita ti scivoli via come una folata di vento
primaverile dalla baia”, mentre un juke box ti accarezza l’anima con le
note di Alone together nella struggente versione di Bobby Hackett. Sono
quelli momenti dove non ci si frolla il cervello a whisky e fantasie, e
ci si propone di mettere la mente “ al riparo delle illusioni della
realtà, soprattutto quella che giunge di seconda mano, riflessa da due
occhi di smeraldo “. Quello che lo sostiene e che lo spinge è la sua
curiosità, che è la vera molla per andare avanti, anche quando ha la
sensazione di essere prigioniero di un gigantesco ottovolante, in un
mondo senza certezze. Anche il “compare” del resto chiede a Marlowe: Ma
quand’è che capirai che sei stato creato per costruirti la morale
lontano dall’illusione della realtà che ti balla intorno a distrarti di
continuo?
Marlowe ti amo, una storia in sette giorni, è il romanzo di esordio di
uno scrittore originalissimo , un libro con diversi livelli di lettura,
pieno d’inventiva e di fantasia, con un personaggio che rimarrà a lungo
nel cuore di coloro che ne avranno seguito le avventure, e che certo si
augureranno di ritrovare il “loro” protagonista in altre storie.

Donatella Dini · 26 gennaio 10

Piacerà molto questo Marlowe, piacerà agli uomini per quel modo di fare scanzonato, rude, con improvvisi lampi d’ironia. Ma piacerà molto anche alle donne, perché anche se ostenta un certo disincanto, si capisce che le donne lui le rispetta, e che le ama. Le osserva come fiori esotici e preziosi, con quel filo di distacco appunto che lo rende una preda possibile e ambita, e molte sperano di ingaggiare con lui una partita che va ben oltre lo scambio di battute che le circostanze richiedono. Questo Marlowe ha il fascino dei divi di una volta, quelli che ancora oggi dallo schermo del televisore ci incantano, e non sai spiegarti perché...forse per quell’essere così concreti ed elusivi insieme, con un sorriso un po’ sghembo all’angolo della bocca che trattiene una Lucky dai filamenti azzurri, pronti a scomparire a bordo della loro auto a caccia di nuove avventure, mentre la musica accompagna i loro pensieri, e una mano femminile traccia su uno specchio appannato “Marlowe ti amo”

leila mascano · 26 gennaio 10

A copiare viene brutto e si perdono i link
Le mie impressioni le trovate qua:
http://gelostellato.blogspot.com/2010/01/marlowe-ti-amo-di-frank-spada.html

gelostellato · 28 gennaio 10

Lo aspettavamo e finalmente è uscito! Leggerlo sulla carta è ancora piu’ bello che sul web, questo libro pieno di immagini, ricordi, doppi sensi e sorprese.La narrazione ha un ritmo incalzante, non riesci a staccarti e nello stesso tempo vorresti tornare indietro perchè ti sembra di aver perso qualche particolare.Il protagonista riesce spesso a farci perdere il filo degli eventi, attratti come siamo dal roteare della sua vita stramba,dai suoi pensieri alla seconda,dal suo cinico disincanto.Il tutto in un’atmosfera anni 50, tra musica jazz , whisky e sigarette.Davvero intrigante.

butterfly · 1 febbraio 10

Le faccio i miei complimenti Signor Spada,
allegherò questo Suo sito fra quelli che seguo, il libro non mancherò di leggerlo.
Grazie per il Suo commento di oggi.
Buona Serata

Francy274 · 1 febbraio 10

All’inizio non ci si fa caso: si comincia a leggere Marlowe ti amo tutto d’un fiato. come è giusto che avvenga per un buon giallo, che cattura, avvince, spinge a divorare le pagine per raggiungere il finale. Ma via via che i capitoli scorrono, diviene chiaro che non si tratta di un semplice romanzo giallo. Anzi forse il genere è solo un pretesto per dire altro.
Così, una volta arrivati all’ultima pagina, lo si riprende in mano e non ci si fa più incantare dall’atmosfera americana anni ‘50, dal detective sgualcito in conflitto costante col suo doppio, impegnato in un indagine che pare roba da niente e invece è la punta di un iceberg, affettuosamente sollecito con ma’ e rispettoso ascoltatore dei consigli che pa’ gli impartisce dall’aldilà. E mentre ti lasci incantare da una scrittura elegante e senza sbavature che gioca col lettore attraverso pirotecniche metafore, capisci che l’essenza di questo libro è tutta nel titolo. perché Marlowe ti amo si presenta come un giallo ma in realtà è una dichiarazione d’amore: alla letteratura, a Raymond Chandler, a Joseph Conrad, al jazz e alla vita, bella o brutta che sia.

Carla · 4 febbraio 10

Ho letto il libro di Frank Spada e anche la prefazione di Franz Haas e concordo con un suo complimento che mi piacerebbe ricevere se avessi scritto un libro: romanzo brillante e musicale. Io il libro l’ho letto tutto in una volta, come amo fare con i libri che mi appassionano. Intanto il protagonista, Marlowe, è un detective assolutamente affascinate. Disincantato quanto basta per potersi orientare nella vita, eppure ancora capace di provare tenerezza e simpatia per il suo prossimo e capace anche di continuare a stupirsi. Duro quanto basta per cavarsela anche nelle circostanze più difficili, senza però rinunciare a rispettare il proprio codice etico. Intelligente e ironico, è pieno di risorse, non si scoraggia e non si arrende mai. Nella sua vita complicata trova sempre il tempo per essere il figlio amoroso di una mamma altrettanto speciale, mentre il ricordo del padre, con i suoi preziosi insegnamenti, dati con la disinvoltura e la leggerezza di una musica jazz, lo accompagna e lo sostiene: è a lui che si rivolge, in un immaginario dialogo sempre aperto, per essere illuminato sul da farsi quando si trova in difficoltà. Un altro fidato compagno è il suo doppio, quella parte di sé che lui chiama il “compare”, che lo conosce meglio di chiunque altro e che gli suggerisce quello che lui stesso magari non vede perfettamente, che condivide i suoi ricordi più cari, soprattutto collegati alla sua infanzia.
Insomma il protagonista, che ha a che fare con donne che gli sembrano da sogno, in realtà è lui che fa sognare.
La storia è ben costruita e quando sembra avvicinarsi alla soluzione si arricchisce di nuove ipotesi allontanandosene nuovamente, mentre il mistero si infittisce, e la curiosità aumenta.
Il caso è quello di una giovane vedova che lo incarica, su suggerimento del capo del locale distretto di polizia, di ritrovare la figliastra fuggita di casa. Il padre della ragazza, scomparso in un misterioso incidente aereo ha lasciato una gigantesca fortuna. Ma la storia si rivela essere più complicata di quello che sembra.
Sono ben costruiti, vivaci e pieni di ritmo i dialoghi, credibili e ben delineati da pochi sapienti tocchi i personaggi, suggestive le atmosfere e le scene: nelle corse con la sua Olds Marlowe si diverte a portarci in situazioni imprevedibili e come prendiamo fiato di nuovo dobbiamo rimetterci in moto.
Il libro è non solo un bel giallo, ma un bel romanzo, scritto da un vero scrittore.
La narrazione è piena di osservazioni intelligenti, di metafore, di similitudini, è brillante, appunto. E la scrittura, che scorre con disinvoltura, è estremamente accurata nella scelta delle parole e molto sofisticata. Con un aggettivo, un avverbio al posto giusto è resa perfettamente una situazione, descritto un mondo, delineato un carattere. Anche i luoghi sono descritti con la stessa sapiente maestria, le parole li trasformano in quadri pieni di atmosfera.
E se diventasse un film? Io intanto aspetto il secondo romanzo!

mita mosca · 17 febbraio 10

Ho letto il libro di Frank Spada e anche la prefazione di Franz Haas e concordo con un suo complimento che mi piacerebbe ricevere se avessi scritto un libro: romanzo brillante e musicale. Io il libro l’ho letto tutto in una volta, come amo fare con i libri che mi appassionano. Intanto il protagonista, Marlowe, è un detective assolutamente affascinate. Disincantato quanto basta per potersi orientare nella vita, eppure ancora capace di provare tenerezza e simpatia per il suo prossimo e capace anche di continuare a stupirsi. Duro quanto basta per cavarsela anche nelle circostanze più difficili, senza però rinunciare a rispettare il proprio codice etico. Intelligente e ironico, è pieno di risorse, non si scoraggia e non si arrende mai. Nella sua vita complicata trova sempre il tempo per essere il figlio amoroso di una mamma altrettanto speciale, mentre il ricordo del padre, con i suoi preziosi insegnamenti, dati con la disinvoltura e la leggerezza di una musica jazz, lo accompagna e lo sostiene: è a lui che si rivolge, in un immaginario dialogo sempre aperto, per essere illuminato sul da farsi quando si trova in difficoltà. Un altro fidato compagno è il suo doppio, quella parte di sé che lui chiama il “compare”, che lo conosce meglio di chiunque altro e che gli suggerisce quello che lui stesso magari non vede perfettamente, che condivide i suoi ricordi più cari, soprattutto collegati alla sua infanzia.
Insomma il protagonista, che ha a che fare con donne che gli sembrano da sogno, in realtà è lui che fa sognare.
La storia è ben costruita e quando sembra avvicinarsi alla soluzione si arricchisce di nuove ipotesi allontanandosene nuovamente, mentre il mistero si infittisce, e la curiosità aumenta.
Il caso è quello di una giovane vedova che lo incarica, su suggerimento del capo del locale distretto di polizia, di ritrovare la figliastra fuggita di casa. Il padre della ragazza, scomparso in un misterioso incidente aereo ha lasciato una gigantesca fortuna. Ma la storia si rivela essere più complicata di quello che sembra.
Sono ben costruiti, vivaci e pieni di ritmo i dialoghi, credibili e ben delineati da pochi sapienti tocchi i personaggi, suggestive le atmosfere e le scene: nelle corse con la sua Olds Marlowe si diverte a portarci in situazioni imprevedibili e come prendiamo fiato di nuovo dobbiamo rimetterci in moto.
Il libro è non solo un bel giallo, ma un bel romanzo, scritto da un vero scrittore.
La narrazione è piena di osservazioni intelligenti, di metafore, di similitudini, è brillante, appunto. E la scrittura, che scorre con disinvoltura, è estremamente accurata nella scelta delle parole e molto sofisticata. Con un aggettivo, un avverbio al posto giusto è resa perfettamente una situazione, descritto un mondo, delineato un carattere. Anche i luoghi sono descritti con la stessa sapiente maestria, le parole li trasformano in quadri pieni di atmosfera.
E se diventasse un film? Io intanto aspetto il secondo romanzo!

mita mosca · 19 febbraio 10

Marlowe ti amo lettura piacevolissima.
Corre vie leggero ed accattivante. Ma dietro la trama e dentro
le parole è visibile l’impronta dello scrittore di classe.
-una frase per tutte “un grosso cane abbaia straziante senza voce la
sua storia ormai prossima alla fine”, resti lì sospeso, la consuetudine
ti dice che non è possibile abbaiare senza voce eppure lo vedi, lo senti
nella mente il disperato suono.
L’indicativo presente incalza: succede qui e adesso, il protagonista ti
siede accanto, è un compagno che racconta, ti prende per mano e si
confida.
Sussurra e graffia, allude, spiega, sornione.
Senza cognomi, identità raccolte.
Scrittura limpida, originale, mai banale.
Ottimo esordio, bravo Frank!

giuliana · 5 aprile 10

letto due volte, due libri quasi diversi.

Paolo · 10 settembre 10

una scoperta eccezionale, un autore che ti prende e non ti molla (prefazione compresa), una cover eccellente come la qualità della carta e i “preziosismi” tipografici: LIBRO TI AMO! clara spada ma non parente

clara spada · 8 maggio 13